Alla fine della
potente dinastia Han (206 a.c. - 220 d.C), per alcuni secoli la Cina fu prima
suddivisa in tre Stati, il cosiddetto periodo dei Tre Regni, e poi in numerosi
quanto effimeri staterelli, fino alla riunificazione nel 589 sotto la dinastia
Sui, una delle più crudeli e dispotiche della storia della Cina. Intorno al
616, scoppiò una grande rivoluzione contro la dinastia Sui guidata dall'imperatore
Yangdi, capeggiata dal nobile Li Yuan (565-636), capo militare dello Shaanxi
(una provincia del nord-ovest della Cina), convinto dal giovane figlio Li Shimin
a schierarsi dalla parte dei ribelli. Dopo due anni di guerra, Li Yuan divenne
padrone di un vasto territorio, si impadronì della capitale Chang'han (presso
l'attuale Xi'an) e nel 618, quando Yangdi venne assassinato dalla sua guardia
del corpo, si proclamò imperatore assumendo il nome di Gaozu (Nobile Antenato)
e dando inizio alla dinastia dei Tang. Per non contravvenire alla tradizione
sul passaggio del potere, venne posto sul trono un imperatore fantoccio,
pronipote del primo imperatore Sui, in seguito obbligato a consegnare
ufficialmente le insegne del potere a Li Yuan. Quest'ultimo, però, dovette
fronteggiare anche le pretese di altri dodici pretendenti, in parte appoggiati
da truppe di Turchi orientali. L'esercito Tang, agli ordini del principe Li
Shimin, uno dei più grandi condottieri cinesi, sbaragliò gli avversari,
pacificando il turbolento nord del paese e sconfiggendo poi i Turchi orientali,
che avevano posto l'assedio a Xi'an, divenuta capitale dell'impero. |
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