Nel maggio 1360 il
trattato di Brétigny metteva temporaneamente fine alle ostilità tra Francia e
Inghilterra. I termini del trattato erano nel complesso favorevoli al sovrano
inglese Edoardo III, che otteneva il riconoscimento del possesso di un terzo
del territorio francese. Nel 1364 Carlo V succedette sul trono di Francia al
padre Giovanni II e, cinque anni più tardi, riprese il conflitto con
l'intenzione di scacciare gli Inglesi dal suolo francese. Durante il periodo di
pace i Francesi ebbero modo di riflettere sulle esperienze passate, giungendo
alla conclusione che bisognava evitare di affrontare sul terreno scoperto le
truppe inglesi, la cui superiorità in ambito manovriero e nel tiro di copertura
dei temibili arcieri gallesi aveva causato pesanti perdite alla loro
cavalleria. In più i Francesi trovarono nella persona di Bertrand du Guesclin
(1320-1380) un comandante molto astuto e competente. Grazie a una nuova
strategia fondata sulla tattica della guerriglia, che rifuggiva gli scontri in
campo aperto, le truppe francesi continuavano a tormentare il nemico e a
tagliare le sue linee di rifornimento. La situazione divenne molto delicata per
il sovrano inglese, che dovette far fronte a diverse circostanze funeste. Nel
1376 avvenne infatti la morte prematura del principe di Galles nonché erede al
trono, il famoso Principe Nero, che privò gli Inglesi del loro miglior
stratega; alla sua perdita seguì quella di altri comandanti della vecchia
scuola, come sir John Chandos, il suo luogotenente. Soltanto un anno dopo la
morte del Principe Nero sopravvenne il decesso di Edoardo III e il trono
inglese andò quindi al nipote, Riccardo II, unico figlio del Principe Nero, che
essendo ancora un fanciullo fu affidato alla tutela dello zio, l'ambizioso duca
di Lancaster. |
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