La disastrosa
sconfitta subita dall'imperatore bizantino Manuele Comneno a Miriocefalo (17
settembre 1176) a opera del sultano selgiuchide Qihch Arslan II aveva
allontanato dall'orizzonte del Saladino, sultano d'Egitto e di Siria, il
rischio di scontrarsi con il più potente esercito cristiano del Vicino Oriente,
e lo lasciava libero di volgersi contro Outremer, come veniva chiamata l'entità
politica crociata. Il 18 novembre 1177 il Saladino attraversò la frontiera
dell'Egitto, deciso a sferrare un improvviso attacco lungo la costa
palestinese. I Templari mobilitarono tutti i cavalieri disponibili dell'ordine
per difendere Gaza, ma l'esercito musulmano marciò direttamente su Ascalona. Il
diciassettenne re di Gerusalemme Baldovino IV, malato di lebbra e appena
ripresosi da un attacco di malaria, si precipitò verso Ascalona con le truppe
che era riuscito a raccogliere, 500 cavalieri in tutto, e con il vescovo di
Betlemme che portava la reliquia della 'Vera Croce', ed entrò nella città
fortificata poco prima che giungesse il nemico. Baldovino aveva ordinato che
ogni uomo del regno in grado di portare armi lo raggiungesse, ma i rinforzi
vennero intercettati e fatti prigionieri dal Saladino. Il sultano decise allora
di lasciare un piccolo contingente per bloccare il re ad Ascalona e proseguì con
il resto delle forze verso Gerusalemme, sicuro di non incontrare ostacoli sulla
sua strada. Il coraggioso Baldovino riuscì a inviare un messaggio ai Templari,
chiedendo loro di lasciare Gaza e di portargli aiuto; quando essi furono vicini
si aprì un varco tra gli assedianti, il re uscì da Ascalona e risalita la costa
piegò verso l'interno in cerca del nemico, con cui prese contatto il 25 novembre
a Mont Gisard, presso Ramla. |
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