Balestriere Svizzero

Balestriere svizzero

XV secolo

 

Descrizione

Nel 1139 il papa Innocenzo II vietò il ricorso alla balestra nelle battaglie tra cristiani, autorizzandone l'uso solo contro gli "infedeli", ovvero i musulmani. È una testimonianza clamorosa di come nel Medioevo quest'arma fosse andata conquistandosi una sinistra fama, a causa della sua micidiale efficacia. Un dardo, scagliato da una potente balestra, era in grado di uccidere un uomo a 200 e più metri di distanza o di perforare la corazza di un cavaliere. A dispetto della "scomunica", balestre e balestrieri si diffusero tra le file di tutti gli eserciti, e gli specialisti svizzeri furono tra i mercenari più richiesti. Ecco perché il leggen­dario Guglielmo Tell maneggiava con straordinaria destrezza proprio una balestra.

Armi e simboli

La balestra a carrucola, arma perfezionata e potente comparsa nel XV secolo, era dotata di manovelle e pulegge laterali che portavano in tensione la corda.

Una cotta di maglia, più leggera e flessibile rispetto al passato, proteggeva il corpo del balestriere.

Nella faretra, fissata alla cintura di cuoio, venivano tenuti tra i 15 e i 20 dardi.

Il pavese era uno scudo di grandi dimensioni dietro al quale, dopo averlo infitto a terra, il balestriere si riparava.

 

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